DJ Icey – assieme a personaggi oggi quasi dimenticati come Baby Anne e Simply Jeff – era a fine degli anni Novanta una delle sponde americane della scena nu skool breaks inglese e, nonostante le notevoli differenze che venivano da contesti decisamente poco accomunabili, la sua reputazione era di altissimo livello. Pubblicato su Zone Records, “Drift” adesso sembra la produzione di un altro artista: è piuttosto levigata e commerciale, con vocal femminili decisamente patinati e zuccherosi, per non parlare dei synth che citano a più non posso gli anni Ottanta. Il breakbeat, che aveva le sue diramazioni anche italiane, spagnole, francesi e perfino latinoamericane, pur rimanendo fondamentalmente legato al suo imprinting originario, aveva le caratteristiche per diventare un fenomeno planetario. In questo caso la struttura è compatta, il groove immediato, ma manca forse quella componente più grezza e frenetica che caratterizzava il suono degli esordi. Si percepisce un’attenzione marcata al formato radiofonico e al dancefloor più accessibile, con dinamiche ben rifinite e un’energia che si sviluppa in modo controllato, senza eccessi. Un brano che testimonia il percorso di Icey verso sonorità più ammiccanti e lineari, in linea con produzioni che cercano di mantenere viva la forma canzone all’interno di un impianto ritmico breakbeat, pur sacrificando qualcosa in termini di spigolosità e innovazione.