Dopo aver reso omaggio al proprio nucleo interno, Skryptöm apre le porte alla seconda parte del suo progetto celebrativo, scegliendo di puntare tutto sui nuovi talenti. Yazmin, Tuco, Fhase87, L’Ombre, Mythikas e Masst sono nomi meno affermati rispetto a quelli della prima parte, ma è proprio questo a rendere interessante il confronto: non c’è reverenza, ma curiosità; non c’è timore, ma desiderio di lasciare un’impronta. Se i remix della prima parte restituivano una coerenza estetica già consolidata, qui si percepisce invece un margine di rischio – nel senso positivo del termine. Queste versioni funzionano come esplorazioni: più libere, a tratti più acerbe, ma sicuramente animate da una tensione autentica verso il futuro. L’idea che ognuno di questi artisti abbia scelto la traccia da reinterpretare rafforza l’impressione di un coinvolgimento diretto, quasi personale, nel dialogo con il materiale originario di Electric Rescue. La scelta di presentare queste reinterpretazioni come “parte due” suggerisce una visione progressiva del lavoro dell’etichetta: dalla memoria alla possibilità. È un modo per dimostrare che Skryptöm, pur radicata in una storia, è pienamente cosciente di dover continuare a rinnovarsi. E lo fa non attraverso proclami, ma offrendo spazio a chi questo spazio se lo sta guadagnando traccia dopo traccia.
