Dalla Brutal Forms, etichetta italiana focalizzata su sonorità post-industrial, heavy electronics, noise drone, EBM ed experimental techno, arriva un’ispida combutta fra Eve Schwarz e Veldt, quest’ultimo a suo agio con i loop di batteria analogica registrati dal vivo e l’altra che ha tagliato, sovrapposto e dato forma a quattro sessioni differenti, trasformandole in tracce con un’identità unica, in equilibrio tra potenza industriale e caratteristiche proprie del club. Il lavoro si apre con “Assemble”, brano dall’andamento ossessivo e rarefatto, segnato da un’atmosfera quasi claustrofobica che lascia spazio a variazioni timbriche minime ma incisive. “Battement” sviluppa una tensione più ritmica e diretta, dove la componente meccanica si fa protagonista senza rinunciare a un certo dinamismo sotterraneo. “Port De Bras”, che vede la partecipazione di Dolgener, sposta il baricentro verso territori più stratificati, mantenendo un’inquietudine latente che si insinua con sicurezza e decisione. I remix non tradiscono l’identità del progetto, anzi ne amplificano le possibilità. Tomohiko Sagae interviene su “Assemble” con un tocco abrasivo e fratturato, accentuando la dimensione più cruda e percussiva. Il rifacimento di “Port De Bras” firmato Nemrac conserva il respiro profondo dell’originale, ma lo innerva di elementi più taglienti e urgenze industriali. Cranya, infine, destruttura “Battement” e ne esaspera la componente noise, introducendo una tensione instabile ma calibrata. In chiusura, “Chassé” agisce quasi come coda cinematica, sintetizzando e dissipando le energie accumulate con frequenze sempre controllate e un impatto non meno evocativo. Nel complesso Danse Sombre si muove lungo un asse coerente e denso, in cui ogni traccia sembra gravitare intorno a un nocciolo oscuro, con variazioni che non spezzano ma ampliano il perimetro espressivo. Un lavoro che, pur nella sua compattezza, riesce a lasciare spazio a molteplici letture.
