Corposo EP di debutto per Lifeforms, direttamente dal cuore dell’underground scozzese, precisamente da Glasgow, dove s’impasta un acid grezzo con l’electro, congiuntamente a prorompenti influssi ambientali, fomentati da hardware analogico. Sono sette le tracce e in tutte è significativo l’approccio materico al suono, mai diluito, costruito su una grana sonora che alterna profondità atmosferiche e tensione meccanica. “Downward” apre il disco con un ritmo incalzante e una linea acida che si ripiega su se stessa, accompagnata da pad dilatati che creano un contrasto efficace. “Bells” gioca su strutture più minimali, con elementi percussivi nitidi e frequenze medie che spingono la traccia verso un territorio più riflessivo. “Rush” prosegue con un impulso maggiore, caratterizzato da una linea di basso martellante e una certa urgenza ritmica. “Mind Trip” si distingue per l’intreccio tra sequenze sincopate e textures sintetiche in dissolvenza, in una direzione più ipnotica che contempla anche vocal ammiccanti. Più serrata e quadrata, “Lock” recupera un’estetica electro asciutta e frontale, mentre “Meridian” affonda in un’atmosfera più ossessiva e battente. In chiusura, “Sledgehammer (Live)” presenta un taglio più crudo, con registrazione diretta e un impianto ritmico che conserva l’energia del live set. Il mastering è a cura della leggenda della West Coast olandese Alden Tyrell, che riesce a mantenere l’integrità lo-fi delle tracce senza sacrificarne l’impatto. Un esordio solido, che riflette fedelmente l’identità sonora di Lifeforms, a metà tra immediatezza fisica e introspezione elettronica.