Consueta serie stagionale per Native Boundaries, arrivata oramai al quarto capitolo del suo Various Artists, questa volta con un’influenza australiana nella curatela, frutto dei viaggi all’estero di Lucid Distraction. Breaking Bounds VA Vol. 4 torna ad esplorare i territori dell’electro, genere sulla quale l’etichetta ha puntato sin dalle prime uscite. Si parte con “Crossroads” di Dawn Razor, un brano denso e atmosferico, dove i groove sincopati si intrecciano a una linea melodica tesa e minimalista. “time has been expanded” di Moogie Fox si sviluppa invece su trame più liquide e futuristiche, con un approccio cinematico e ritmi spezzati. Più diretto l’approccio di Paul Blackford in “Operation Wolf”, una traccia asciutta, secca e incentrata su sequenze sintetiche old-school. “Sam On Ham” di Svk introduce una componente eccentrica e stradaiola nel trattamento dei suoni, mantenendo però una struttura serrata e compatta. UrbnMowgli con “LSBboys” opta per una narrazione più lunga e stratificata, alternando passaggi ambientali a sezioni più energiche. “Akasha” di EKATA (UK) si muove tra misticismo e densità percussiva, con una scansione ipnotica e sonorità oscure. Più lo-fi e disarticolata “Jalogüin” di Leinad, che gioca con frammenti vocali e microvariazioni ritmiche. Chiude la raccolta “Cyber Conspiracy” di Masha WordPress, traccia breve ma incisiva, con un taglio abrasivo e un’estetica marcatamente distopica. Una raccolta, insomma, che conferma l’identità del progetto Breaking Bounds, continuando a mappare – da una prospettiva indipendente – le evoluzioni più underground dell’electro internazionale.