VC-118A – Back To Life

Ritroviamo Samuel Van Dijk, meglio noto come VC-118A, questa volta sulla Apnea, con il suo electro ricco e sontuosamente elaborato, che coniuga un design sonoro espressivo con una profonda malinconia. Eppure è una lunga serie di album ed EP su etichette come Delsin, Frustrated Funk e Tabernacle che ha inconfutabilmente dimostrato come VC-118A sia un progetto adatto tanto all’immersione domestica quanto all’utilizzo in pista. Con l’uscita di Back To Life Van Dijk rilancia con un disco che abbraccia volutamente un’ampia gamma di velocità e ritmi, celebrando tutto il ventaglio del suono che è nelle sue corde. Proseguendo l’ascolto, l’album si articola in una sequenza di brani che, pur mantenendo una coerenza timbrica, esplorano modalità ritmiche e dinamiche differenti. “Ritmo” apre il disco con un andamento ondivago e una tessitura sonora morbida, costruita su strati progressivi che si sviluppano lentamente. “Hide” è una delle tracce più asciutte e dirette: l’andamento più incalzante non ne cancella comunque l’atmosfera rarefatta, che resta centrale nell’estetica di Van Dijk. La title track “Back To Life” ritorna su un passo più contenuto, con un impianto dubby e un gioco di contrasti tra linee melodiche sfumate e frammenti ritmici ben delineati, arricchiti da sinuosi vocal. “Coexist” prosegue con tono riflessivo, accentuando il lavoro sui riverberi e sulle microvariazioni che tengono in tensione l’ascolto. “Ether” si muove su tempi rallentati e pare evocare uno spazio più profondo, quasi isolazionista, mentre “Standby”, più breve, si presenta come un intermezzo minimalista che lavora soprattutto sull’idea di sospensione. “Lara” introduce melodie più leggibili ma sempre immerse in un contesto ambientale ovattato, mentre Icro si orienta verso un andamento più groovy, seppure dilatato e scomposto. A chiudere, “Future Past” resta fedele al carattere contemplativo dell’album, con inserti sintetici che emergono da un fondo sonoro ricco di sfumature. Back To Life è un disco che non mira a colpire con soluzioni eclatanti, ma che piuttosto consolida una poetica sonora fondata sull’equilibrio tra rigore e introspezione. Un lavoro misurato, che conferma la coerenza e la profondità del progetto VC-118A.

 

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