Non siamo grandi amanti di riproposte, remaster e rework, tantomeno d’interpolazioni e di qualsivoglia pratica di rimestaggio nel passato che non sia comunque un atto creativo. Ma per il barone rosso Dave Clarke facciamo volentieri un’eccezione, perché Devil’s Advocate resta uno di quegli album che hanno segnato un’epoca e che, a distanza di vent’anni, continuano a parlare con forza e lucidità. Questa nuova edizione non stravolge nulla ma restituisce profondità e dinamica a un lavoro che univa spirito da club, tensione post-punk e un certo gusto per la contaminazione con territori meno canonici dell’elettronica. Un disco che allora appariva in anticipo sui tempi e che oggi suona come un tassello imprescindibile per comprendere il percorso di Clarke, sempre in bilico tra radicalità techno e apertura ad altre suggestioni. Non semplice nostalgia, dunque, ma un’occasione per riascoltare un classico che mantiene intatta la propria vitalità.
