Si presenta già dallo stesso titolo, Obsolete Technology, questo nuovo EP di Sinitsin, come un rimestamento all’interno del genere che più è stato immaginativo di quello che il futuro – a partire dalla fine degli anni settanta – ci avrebbe riservato. “Eru” si apre con un’arpeggiazione leggera e una linea melodica in scala minore naturale, poggiate su un pad profondo e ovattato. Il ritmo prende forma con gradualità, arricchendosi di strati e dettagli fino a costruire un brano strutturato ma scorrevole. “Infoseek” prosegue con un impianto più essenziale: un riff di synth è intrecciato a una ritmica spezzata e a una linea acid grave che conferisce profondità. La melodia evolve con discrezione, mantenendo il brano su toni ariosi e sobri. “Infra-City Transit” introduce una dinamica più marcata, incentrata su una combinazione di snare accentati e un basso pesante. Il tono inizialmente cupo viene progressivamente arricchito da elementi melodici che ne dilatano la percezione. “Solar Filter” richiama le prime uscite dell’etichetta con un sub-bass futuristico e sequenze ascendenti in registro acuto. Il risultato è un equilibrio fra tensione e fluidità, con una resa sonora misurata e funzionale. Obsolete Technology sviluppa una progressione stratificata in cui si alternano armonie brillanti, frammenti percussivi e synth distorti. Il brano si muove su una soglia di instabilità costante, mantenendo la tensione alta fino alla fine. “Dimension Door” chiude l’EP con un basso sincopato e sezioni ritmiche serrate. Il tono complessivo è più cupo e materico, come a rappresentare un’uscita da un mondo sotterraneo, in funzione quasi di epilogo. Nel complesso, l’EP mette in luce un lavoro curato e coerente, nel quale la dimensione melodica non si piega a soluzioni troppo minimali, ma viene integrata in una scrittura strutturata che guarda tanto al passato quanto a nuove possibilità espressive.