Zobol – Killing Culture

Jon Chmielewski, in arte Zobol, bristoliano che è a suo agio con atmosfere electro un po’ nostalgiche e d’antan, lo avevamo segnalato su Tiger Weeds per il suo Retrofuturism EP e anche per la partecipazione a New World Vol. 1, come pure per la sua presenza in Artificial Intelligence™, una compilation dell’omonima etichetta madrilena. Adesso per Melodize, label di Brooklyn, presenta Killing Culture, un EP di quattro tracce che miscela electro, breaks ed elettronica in un tessuto sonoro denso, energico e carico di tensione emotiva. L’EP si apre con” Uprising”, traccia che imprime subito un tono speranzoso: ritmi incisivi e lampi di luce si intrecciano in un flusso pulsante, come scintille di un movimento più ampio. La reinterpretazione di Extrawelt aggiunge calore e atmosfere avvolgenti, trasformando il pezzo in un’esperienza più meditativa e sospesa, in bilico tra introspezione e dinamismo. “Weapon of Mass Distraction” si muove verso territori più pesanti: un frammento di synth in loop si sviluppa lentamente in un groove teso e guidato dal basso, dove esplosioni controllate di energia si alternano a punte di acidità calibrata, creando un effetto quasi cinematico e molto fisico. A chiudere l’EP, ”Oppression” scava nell’emotività più intensa: il peso delle basse distorte evoca presenze autoritarie, mentre melodie fragili sembrano voci in lotta per emergere, fino a dissolversi nel silenzio, conferendo alla chiusura un senso di riflessione e sospensione. Killing Culture consolida Zobol come un produttore capace di fondere tecnica e sensibilità, con un approccio rigoroso all’hardware e un’attenzione maniacale al dettaglio, creando musica che è allo stesso tempo fisica, immersiva ed emotivamente penetrante.

 

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