NeSpoon, Repetition In Art And Death Of A Festival – FAME

Abbiamo ammirato per la prima volta le realizzazioni della street artist polacca Nespoon al FAME Festival di Grottaglie e ne siamo rimasti abbagliati, tanto poi da seguirla anche online, attraverso svariati progetti e interventi urbani in giro per il mondo. Era il 2011 e nel frattempo il FAME è morto. Sul sito del festival campeggia adesso la lapidaria sentenza: “come siete eravamo. come siamo sarete, sempre peggio e tardi”. Non conosciamo davvero – a parte quel poco che è stato scritto, ad esempio su Artribune
– le ragioni d’una tale scelta e siamo dispiaciuti che uno dei pochi eventi artistici culturalmente rilevanti realizzati in Puglia non si tenga più. Gran parte degli artisti che abbiamo scoperto a Grottaglie negli anni nei quali la manifestazione si è svolta li ritroviamo ancora attivissimi e gli stessi ragazzi della crew FAME ci assicurano che come sempre anche loro stanno lavorando su nuovi progetti e idee. NeSpoon intanto continua imperterrita a utilizzare i suoi modelli di pizzo ornato come segno distintivo che si traduce in ceramica, stencil, dipinti e tessiture a maglia, che vengono poi sviluppati in installazioni per spazi pubblici. Dice Angelo Milano – l’ideatore del FAME – di “invidiare gli artisti che da dieci anni continuano a fare la stessa identica cosa, estendendo il loro pubblico e limando gli spigoli della loro comunicazione”. Anche quello è mestiere – possa piacere o meno – e NeSpoon è comunque molto abile nel diversificare le sue strategie d’intervento. Nell’arte come nella musica è implicita però una certa ripetizione, se poi si hanno colpi da sparare e si è vulcanici ci si può anche permettere il lusso di passare ad altro. Al FAME l’hanno fatto – pure rifiutando apparentamenti politici che non sarebbe stato difficile ottenere, visto il successo della manifestazione – a rischio di sembrare alquanto snob a qualcuno. L’uscita di scena è tuttavia anch’essa un’arte: meglio così che la ripetizione stanca di modelli che nemmeno più funzionano (e ci sarebbe un elenco lunghissimo di manifestazioni artistico-musical-culturali oramai anacronistiche che meriterebbero d’essere unilateralmente terminate).