#Mixerman and the Billionheir Apparent – A Satire of the Modern Music Business

A Los Angeles un importante produttore discografico accetta un’offerta vantaggiosa come mentore del figlio di un miliardario indiano, promettendogli a tal fine di diventare un altrettanto famoso protagonista del music business. Ci sono un sacco di vantaggi nell’avere un allievo così benestante. C’è la Bentley, l’autista, il cuoco e – naturalmente – una guardia del corpo sikh. Essere un guru del music business si rivela quantomai gratificante, nella narrazione e nella vita reale, dove pure Mixerman è un producer pluripremiato, un semidio delle consolle di studio e un autore di successo. Si, perché in nordamerica la stampa specializzata arriva a concepire anche un simile format, quello cioè d’una satira sui retroscena delle produzioni pop e commerciali. Sarà anche un’industria morente in un mondo in rapido cambiamento quella in questione, in un epoca nella quale Internet non riesce ad evitare il divario economico e i musicisti indipendenti a stento sopravvivono, con poche big company che controllano il commercio di musica a tutti i livelli. Eppure ancora si scherza su tali argomenti mentre lo stesso Mixerman ammonisce: “attualmente stiamo assistendo alla più grande rapina negli annali della musica” e questo non gli impedisce d’imbastire una fictional-story che intreccia satira e storia dell’entertaining, commentario sociale e mitologie contemporanee. Lo stile è quello tipicamente americano e non aspettatevi quindi su questi fenomeni analisi troppo sofisticate e/o intellettualoidi, crediamo tuttavia che per molti del settore sarà una lettura piacevole ed anche istruttiva.

 

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