Robert Lippok – Applied Autonomy

Terzo solo album per Robert Lippok a distanza di 7 anni dall’ultimo, Redsuperstructure, che tanto successo ottenne sempre sotto l’egida della mai a sufficienza celebrata Raster-Noton. Questa sua ultima fatica, Applied Autonomy, è una produzione molto concettuale ed il suo target non è quello certo di scatenate technoheadz seppure nulla fra questi solchi prescinda completamente dalla club culture, nonostante i sussulti new classicism e post rock, assieme alle ariosità ambientali delle partiture, mai disgiunte da un’elettronica ispida, delicatamente riottosa e altera. Lippok sembra concentrarsi sulla registrazione di quanti più frammenti possibile in un breve periodo di tempo, elementi che a loro volta sembrano realizzati in funzione di più sovrapposizioni performative, che certo non mancheranno nei prossimi live. Molto si deve anche a Klara Lewis, con la quale Lippok ha collaborato, trascorrendo due giorni negli studi EMS a Stoccolma, in sessioni nelle quali entrambi i musicisti suonavano – a volte simultaneamente e altre singolarmente – sempre assimilando ciò che l’altro stava creando. Infine è doveroso un cenno anche sulla coloratissima copertina, che è opera dell’argentino di stanza a Berlino Luca Gutiérrez, ultimamente molto in voga per le sue ricerche audio-visual.

 

  • raster | robert lippok »all objects are moving« taken from »applied autonomy«
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