La carriera musicale di David Reina ha avuto iniziò a metà degli anni ’90 dopo anni giovanili in pasta con l’hip hop e poi il coinvolgimento nel clubbing e nella musica elettronica, più specificamente di matrice techno. Adesso le sonorità di Reina si sono fatte più mentaloidi e concettose andando a cogliere ispirazione anche nel sottobosco internettiano delle teorie cospirative e delle leggende metropolitane. “The Time Traveller” si mantiene ipnotica e sinuosa senza mai tuttavia decollare o prestarsi a qualcosa che non sia un semplice – anche se efficace – suggestivo loop. Anche la successiva “Hypatia” non brilla per variazioni e complessità degli intrecci, rimanendo nella potenzialità al massimo di una intro suggestiva e dilatata. Si chiude con “Sacred Triangle”, a nostro avviso la più spendibile sul dancefloor, un po’ acidula e space, raffinata, ritmicamente iontrigante e oscura.
