Rilascio d’un certo peso per il giovane artista sudafricano Mbulelo, comprensivo di quattro original version, una sorta di crossover fra la techno e i ritmi codificati africani che comunque anche nell’old skool costituivano uno dei riferimenti primordiali. La title track, “Robotic People”, è una sicura banger, giustamente sintetica, elegante, filante e suggestiva, giusto come all’head honcho della Transmat Records, Derrick May, piace proporre, ben certo dell’effetto che simili sonorità della sua label avranno in pista.”Origins”, che è la prima incisione del cespo, si presenta nelle forme d’una interessante e crescente intro, forte d’un vibrato di synth incombente e ipnotico, mentre “Orchestration” è molto musicale e stilosamente iterata. Si chiude con “Panacea”, che – come lo stesso nome indica – ci concede il meritato sollievo con vocal femminili e ondeggianti percussioni tribali, che molto piaceranno ai reduci della acid-jazz-lounge era (italiana) anni novanta.
