Primo album in carriera per Rubens Garofalo, aka Doc Trashz, artista che i lettori di Wicked Style conoscono bene e che con Time catarticamente mette assieme tutta la sua (notevole) sapienza produttiva in un progetto sonoro del tutto sperimentale nel quale il tema principale è appunto quello del tempo. Le sue scelte musicali nascono da una personale e costante ricerca: “non bisogna ascoltare le 17 tracce presentate”, ci avverte, “facendo paragoni con quelli che sono oggi le tendenze musicali” e anche “far ballare”, ammonisce, non è fra i suoi obiettivi, quanto piuttosto è un fatto contingente, che ci fornisce solo la chiave per avvicinarci ai suoi gusti musicali. Questo atteggiamento gli ha permesso d’attraversare più stagioni, non v’è dubbio, seppure una maggiore adesione a certi stilemi gli avrebbe sicuramente conferito maggior presa sul grande pubblico o presenza nelle scene di genere che sono molto specifiche e specializzate. Noi abbiamo iniziato gli ascolti proprio con la title track, che infine è risultata un pezzo assai coinvolgente e con grandi vocal, forte d’un gancio anche melodico, che viene modernizzato da tagli ed effetti inneggiando comunque ad antichi impianti italo-disco. Facendo zapping sul resto ci è molto piaciuta “Endangered music” con le sue ritmiche ben frastagliate, il basso pesante, le citazioni dubstep e i vocal robotici, così come di gran presa ci sembra “Ready” con il suo riff sintetico e un flusso cinematico e incalzante. “Enemies” pure è una traccia che spicca, roboante, elettronica e taglientissima, mentre se siete amanti delle ambientazioni un po’ space è “Primal” che apprezzerete. Insomma, la sostanza è tanta e varia, senza alcun momento di caduta e sempre con altissima qualità.